Chiesa e Coro della SS. Trinità

La pianta ottagonale evoca la denominazione cristiana – coniata nel II secolo – della domenica come “l’ottavo giorno”

Attraverso il maestoso scalone di piperno si accede alla Chiesa della SS. Trinità, opera di Carlo Vanvitelli terminata nel 1798 in rigoroso stile neoclassico, ricca di dipinti, sculture e affreschi di notevole valore.

Imponente la facciata con portale incastonato tra quattro lesene corinzie sormontate da un timpano triangolare e fiancheggiate, alle estremità, da due piccole piramidi in asse sulle lesene laterali. Ai lati due nicchie ospitano statue dei protettori, San Gennaro e San Filippo Neri, opere dello scultore Angelo Viva.

Sul presbiterio l’altare maggiore in marmo policromo realizzato da Mario Gioffredo, alle spalle un arco che separa la chiesa dal Coro riempito dall’imponente gruppo scultoreo di Angelo Viva che rappresenta la Trinità.

Navata e Coro sono a pianta ottagonale e congiunti dall’ampio presbiterio rettangolare, esempio unico nel panorama cittadino; splendidi affreschi monocromi di Melchiorre de Gregorio raffiguranti i quattro evangelisti e decorazioni in oro di Giuseppe Astarita adornano le rispettive volte.

Il Coro, realizzato prima della chiesa su progetto di Giovan Antonio Medrano, e fu completato da Giuseppe Astarita che ne ha curato gli ornamenti, gli stucchi e l’arredo ligneo.

Facciata

Facciata, Chiesa della SS. Trinità

Scalone di piperno

Scalone di piperno

Altare Maggiore, metà sec.XVIII

Altare Maggiore, metà sec.XVIII

Navata vista dal Presbiterio

Navata vista dal Presbiterio

Navata

Chiesa della SS. Trinità, Navata

Coro, seconda metà sec. XVIII

Coro, seconda metà sec. XVIII

Balaustra e scala in marmo policromo

Balaustra e scala in marmo policromo

Affresco monocromo, sec. XVIII

Affresco monocromo, sec. XVIII

Presbiterio

Presbiterio

Coro, affresco, seconda metà sec. XVIII

Coro, affresco, seconda metà sec. XVIII

Santissima Trinità, sec.XVIII

Santissima Trinità, sec.XVIII

Custodia marmorea per l’Olio degli Infermi

Custodia marmorea per l’Olio degli Infermi